Salmo 1 Dio meta della vita
1 Avere Dio nella mente e nel cuore
1Beato l’uomo che non frequenta i malvagi,
non fa parte del gruppo dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
2ma trova gioia nella
legge di Iavè,
e medita la sua legge giorno e notte.
3Egli
è come albero piantato lungo
corsi d’acqua,
che darà frutto nella sua stagione
e le sue foglie non cadranno mai;
tutto ciò che fa riesce.
2 Rovina e disperazione nel
comportamento distruttivo
4Non così, non così i malvagi:
sono come paglia che il vento disperde;
5perciò i malvagi crolleranno nel giudizio,
e i peccatori nell’assemblea dei giusti.
3 La mano di Dio veglia sui giusti
6Iavè protegge il cammino dei giusti,
ma la via dei malvagi conduce alla rovina.
1
Salmo 2 Scegliere di servire Dio
4 La rivolta contro Dio
1Perché i popoli si ribellano ?
perché congiurano senza motivo?
2si uniscono i re della terra
e i governanti si accordano insieme
contro Iavè e contro il suo Messia:
3“Rompiamo le catene,
gettiamo via le funi che ci legano”.
5 La risposta di Dio ai ribelli
4Se ne ride chi abita i cieli,
li commisera dall’alto il Signore.
5Egli parla loro con ira,
li fa tremare nel suo sdegno:
6 “Io l’ho unto mio re
su Sion, monte della mia santità”.
6 Il decreto di Iavè
7Proclamerò il decreto di Iavè.
Egli
mi ha detto: “Figlio mio sei tu,
io oggi ti ho generato.
8Chiedi a me, ti darò in eredità i popoli
e in tuo possesso i confini della terra.
2
9Distruggerai i popoli con scettro di
ferro,
come vasi di terra li frantumerai”.
7 Invito a servire Dio con fedeltà
10Ora, riflettete, o re,
siate saggi, giudici della terra;
11servite Iavè con timore
e fate festa con trepidazione;
12sottomettetevi a lui, che non si adiri
e voi non abbiate a perire nella vostra strada.
Come fuoco divampa la sua ira.
Beato
chi in lui si rifugia.
Salmo 3 Invocazione nella persecuzione
1Salmo di Davide quando fuggiva dal figlio
Assalonne.
8 Mi perseguitano
2Iavè, quanti sono i miei nemici!
Molti si alzano contro di me.
3Molti dicono di me:
“Neppure
Dio lo salva!”.
9 Mia protezione e sicurezza è Dio
4Ma tu, Iavè, mi proteggi,
tu
mi fai grande e mi mantieni a testa alta.
3
5Grido a Iavè
e
mi risponde dal suo monte santo.
6Io mi corico e mi addormento,
mi sveglio perché Iavè mi sostiene.
7Non temo i numerosi nemici
che attorno a me si accampano.
8Alzati, Iavè,
salvami,
mio Dio.
Hai
colpito in faccia i miei nemici,
hai spaccato i denti ai malvagi.
9Da Iavè viene la salvezza:
sul
tuo popolo la tua benedizione.
Salmo 4 Ti prego liberami
1Al maestro del coro. Per strumenti a corda.
Salmo di Davide.
10 Invocazione di aiuto a Dio
2Quando ti invoco, rispondimi, Dio,
mia giustizia:
dalle angosce mi hai liberato;
pietà
di me, ascolta la mia preghiera.
4
11 Invito alla conversione
3Fino a quando, o uomini, sarete duri di
cuore?
Perché amate cose vane e cercate la menzogna?
4Sappiate che Iavè fa prodigi per il suo
fedele:
Iavè
mi ascolta quando lo invoco.
5Tremate dal timor di Dio e non
peccate,
sul vostro giaciglio riflettete e fidatevi di Iavè.
6Offrite sacrifici di giustizia e confidate
in Iavè.
7Molti dicono: “Chi ci darà libertà,
se non ci illumina, Iavè, la luce del tuo volto ?”.
12 Gioia e sicurezza nel Signore
8Hai messo più gioia nel mio cuore
di quanti possiedono grano e vino.
9Mi corico sereno e subito mi addormento:
solo tu, Signore, mi fai essere sicuro.
Salmo 5 Pregare Dio fin dal mattino
1Al maestro del coro. Per flauti. Salmo di Davide.
13 Dal mattino ti cerco
2Ascolta, Iavè, le mie parole:
comprendi il mio lamento.
5
3Presta attenzione al mio grido,
mio re e mio Dio,
perché ti prego, Iavè.
4Al mattino tu ascolti la mia voce;
fin dal mattino ti cerco e sto in attesa.
14 I malvagi non vengono a casa tua
5Tu non sei un Dio che ama l’ingiustizia;
a casa tua non ricevi il malvagio;
6i prepotenti non stanno davanti ai tuoi occhi.
Tu
non sopporti chi fa il male,
7fai morire i bugiardi.
Iavè disprezza sanguinari e ingannatori.
15 La strada che porta a Dio
8Ma io per la tua grande misericordia
entrerò
nella tua casa;
mi inginocchierò con timore nel tuo santo tempio.
9Iavè,
guidami nella tua giustizia,
difendimi dai nemici; aprimi la tua strada.
16 I nemici di Dio
10Nela bocca dei miei nemici non c’è verità,
il loro cuore è pieno di malizia;
la loro gola è un fossa aperta,
la loro lingua è tagliente e ingannatrice.
6
11Puniscili,
o Dio, distruggi i loro progetti,
per tanti loro delitti scacciali,
perché si sono ribellati a te.
17 Gli amici di Dio
12Siano nella gioia quanti in te si rifugiano,
siano sempre felici.
Tu li proteggi e in te si rallegrano
quanti amano il tuo nome.
13Iavè, tu benedici il giusto:
come scudo lo protegge la tua grazia.
Salmo 6 Preghiera nella prova
1Al maestro del coro. Per strumenti a corda
sull’ottava. Salmo di Davide.
18 Dammi una punizione sopportabile
2Iavè, non castigarmi quando sei adirato,
non punirmi nella tua ira.
3Abbi pietà di me, Iavè: sto male;
guariscimi,
Iavè: ho le ossa rotte.
19 Vieni presto in mio aiuto
4Sto tremando. Ma tu, Iavè, perché aspetti?
5Ritorna, Iavè, salvami la vita,
salvami
perché tu mi vuoi bene.
6Chi è morto non ti pensa.
Chi è negli inferi non canta le tue lodi.
7
20 Vivo nel pianto e nell’oppressione
7Sono consumato dal pianto,
ogni notte piango nel mio letto,
lo bagno con le mie lacrime.
8I miei occhi si spengono nel dolore,
invecchiano vedendo quanti mi sono ostili.
21 Ti ringrazio del tuo intervento
9Andate via da me, oppressori,
Iavè ha ascoltato la voce del mio pianto.
10Iavè ha ascoltato la mia supplica,
Iavè ha accolto la mia preghiera.
11Si vergognino e tremino i miei nemici,
fuggano, pieni di vergogna.
Salmo 7 Preghiera del giusto
perseguitato
1Lamento di Davide rivolto a Iavè
per le parole di Cus il Beniaminita.
22 Signore, salvami
2Iavè, mio Dio, mi rifugio in te:
salvami
e liberami da quanti mi perseguitano,
3perché non mi sbranino come leoni;
io sono abbandonato da tutti.
8
23 Non ho fatto male a nessuno
4Iavè mio Dio, se ho fatto del male,
se le mie mani hanno fatto ingiustizie,
5se mi sono comportato male con chi mi è amico,
se ho approfittato di chi mi è avversario
per opprimerlo,
6allora il mio nemico m’insegua e mi raggiunga
mi prenda e mi faccia cadere,
mi metta sotto i piedi
e faccia scorrere il mio sangue nella polvere.
24 Intervieni
7Sorgi, Iavè, con la tua ira,
blocca la furia dei miei nemici,
prendi le mie difese, ora che li giudichi.
8Tutti i popoli ti circondano
e tu pronunci il tuo giudizio.
9Iavè giudica i popoli:
Iavè giudica secondo la mia giustizia,
tiene conto della mia innocenza.
10Fa cessare la cattiveria dei malvagi;
fa conoscere a tutti la mia innocenza,
tu Dio giusto, che conosci l’intimo del cuore.
9
25 L’ira di Dio arde contro l’ingiustizia
11Tu Iavè, sei lo scudo che mi difende,
e salvi le persone giuste.
12Tu sei giudice giusto,
la tua ira arde contro l’ingiustizia.
13Vedi che il mio nemico affila la spada,
e tende l’arco e prende la mira.
14Ma contro se stesso prepara strumenti di
morte
e frecce di fuoco.
15Ecco, fa solo ingiustizie,
concepisce malafede e partorisce menzogna.
16Egli scava un pozzo profondo
e
cade nella fossa che ha fatto con le sue mani.
17La sua violenza ricade sulla sua testa,
la sua prepotenza gli cade sulla fronte.
18Loderò Iavè perché e giusto.
Canterò un salmo al nome di Dio Altissimo.
10
Salmo 8 Il tuo Nome è grande
1 Al maestro di coro. Sul canto: “I Torchi....”
Salmo di Davide.
26 Tutto l’universo canta il tuo Nome
2 Iavè, nostro Dio,
il tuo nome su tutta la terra è immenso:
anche nelle stelle si canta il tuo Nome.
27 Ti cantano bambini e lattanti
3Con le teneri voci dei bimbi e dei
lattanti
affermi la tua forza contro chi si oppone a te,
per
far tacere chi ti combatte e si ribella.
28 Ti canta l’immensità dei cieli
4Quando ammiro il tuo cielo, opera delle
tue dita,
la luna e le stelle che tu hai collocate lassù,
5che cosa è mai l’uomo perché ti ricordi di
lui,
chi è mai l’uomo perché tu lo cerchi?
29 Ti canta l’uomo, fatto a tua somiglianza
6Eppure l’hai fatto somigliante a te,
gli hai posto la corona di gloria e di bellezza.
7Tu gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto gli hai messo ai suoi piedi;
8pecore, buoi e tutti gli animali selvatici;
9Lo sparviero del cielo e i pesci del mare,
11
tutti gli animali che si muovono nell’acqua.
10Iavè, nostro Signore,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
Salmo (9-10) 9 Dio abbatte i prepotenti
e salva gli umili
1Al maestro del coro, in sordina. Salmo di Davide.
30 Il mio cuore ti loda
2Iavè, ti lodo con tutto il cuore
e narrerò tutte le tue meraviglie.
3Mi riempi di gioia ed esulto,
canterò inni al tuo nome, o Altissimo.
31 Hai vinto i miei nemici
4Mentre i miei nemici fuggono,
davanti a te cadono a terra e muoiono,
5perché hai proclamato il mio diritto
e hai riconosciuto in giudizio le mie ragioni.
6Hai minacciato le nazioni,
hai fatto scomparire i prepotenti,
hai
cancellato per sempre il loro nome.
7Il nemico è stato vinto e distrutto per sempre,
le sue città le hai ridotte a macerie,
il loro nome non esiste più.
12
32 La tua giustizia è eterna
8Ma Iavè è presente in eterno;
giudica seduto sul suo trono.
9Egli governa il mondo con giustizia,
con rettitudine giudica i popoli.
10Iavè è riparo per l’oppresso,
in tempo di pericolo è un rifugio sicuro.
11Quanti ti conoscono hanno fiducia in te
perché non lasci solo chi ti cerca.
12Cantate a Iavè che abita sul monte Sion,
narrate tra i popoli quanto ha fatto.
13Egli vendica il sangue innocente
versato,
non dimentica il lamento degli afflitti.
33 Tu mi salvi dalle soglie della morte
14Abbi pietà di me, Iavè,
vedi
come mi tormentano i miei nemici,
tu
che mi salvi dalle soglie della morte,
15perché possa raccontare le tue lodi,
dove
si raduna il popolo
ed
io senta una gioia immensa
vedendomi salvato.
13
16Gli invasori sono caduti
nella fossa che avevano scavata,
sono rimasti impigliati nella rete che hanno teso.
17Iavè si è fatto vedere, ha fatto
giustizia;
il prepotente è caduto nella trappola
da lui stesso fatta.
34 La disfatta di chi non cerca Dio
18Vadano all’inferno i prepotenti,
tutti gli invasori che dimenticano Dio.
19Mentre il povero non sarà dimenticato,
la speranza degli oppressi non verrà meno
20Alzati, Iavè. Non vinca il prepotente.
I popoli siano giudicati alla tua presenza.
21Iavè, falli tremare di spavento
perché
capiscano che sono uomini mortali.
Salmo (10) (Testo masoretico)
35 Ti cerco nel pericolo
22Perché, Iavè, stai lontano,
e ti nascondi quando mi sento in pericolo ?
23Il povero è perseguitato dal prepotente
ed è travolto dalla sua violenza.
14
36 Il prepotente inganna e uccide
24L’avaro si vanta delle sue brame,
maledice, disprezza Iavè.
25I superbi disprezzano Iavè dicendo:
“Dio non punisce: Dio non esiste”;
questo è il loro pensiero.
26L’empio realizza progetti di malvagità,
non si cura dei
tuoi comandamenti,
calpesta tutti i suoi avversari.
27Egli pensa: “Nessuno mi vincerà,
vivrò sempre senza disgrazie”.
28La sua bocca è piena di maledizioni,
di imbrogli e di ingiurie,
nelle sue parole c’è violenza e malafede.
29Sta in agguato dietro le case,
dai nascondigli uccide l’innocente.
30I suoi occhi spiano il debole,
sta in agguato nascosto
come un leone nel cespuglio.
Sta in agguato per ghermire il debole,
lo attira nella trappola e lo cattura.
15
31Striscia, si china, si piega
con tutta la sua forza si avventa sui deboli.
32Egli pensa: “Dio dimentica,
ha nascosto la sua faccia,
non si accorge di nulla”.
37 Alzati, Signore e difendi i deboli
33Alzati, Iavè, leva la tua mano,
non dimenticarti della povera gente.
34Perché il prepotente disprezza Dio
e pensa: ”Lui non chiede conto del sangue”
35Eppure tu vedi l’ingiustizia e la malafede
e
difendi i deboli con la tua mano.
Ti
cerca chi soffre,
a te si affida l’orfano.
36Spezza il braccio del violento e del
malvagio;
punisci la sua prepotenza e distruggila.
37Tu Iavè sei re in eterno, per sempre,
mentre i popoli che non ti cercano
spariranno dalla terra.
38Tu ascolti, Iavè, il desiderio dei poveri,
apri
le tue orecchie all’affanno dei loro cuori.
16
39Tu fai giustizia all’orfano e
all’oppresso;
e nessun uomo sia più tiranno.
Salmo (11) 10 Fiducia del giusto
1Al maestro del coro. Di Davide.
38 Con Dio sono al sicuro
Io mi fido di Iavè, perché mi dite:
“Fuggi come lo sparviero verso il monte”?
39 La disfatta dei prepotenti
2Ecco, i prepotenti tendono l’arco,
mettono la freccia sulla corda
per colpire nel buio gli onesti.
3Quando il mondo sembra crollare,
il giusto che cosa può fare?
4Ma c’è Iavè nel suo tempio santo,
Iavè ha il trono nei cieli.
I
suoi occhi vedono tutto,
osservano ogni uomo.
5Iavè osserva giusti e prepotenti,
egli odia chi ama la violenza.
6Farà piovere sui prepotenti
brace, fuoco e zolfo,
li attende un fuoco devastante.
17
40 Dio è giusto
7Iavè è giusto, ama le cose giuste;
gli
uomini giusti vedranno il suo volto.
Salmo (12) 11 Contro il mondo
pieno di menzogne
1Al maestro del coro. Sull’ottava.
Salmo di Davide.
41 E’ venuta meno la fede
2Salvami, Iavè!
Non
si trova più l’uomo giusto;
il fedele è scomparso tra i figli dell’uomo.
3Si ingannano a vicenda,
le loro parole sono false, il loro cuore doppio.
42 Signore, intervieni
4 Iavè, elimina le labbra bugiarde,
la lingua che dice parole arroganti,
5quanti dicono: “La lingua è la nostra
forza,
ci difendiamo con le nostre labbra:
chi potrà dominarci?”.
6Ma Iavè dice: “ Interverrò contro
l’afflizione degli umili e le grida dei poveri,
porterò
la salvezza tanto attesa”.
18
43 Il Signore è sincero
7Le parole di Iavè sono sincere,
come l’argento puro,
raffinato nella fornace sette volte.
44 Il Signore è nostra difesa
8O Iavè, veglia su di noi,
difendici sempre da questa gente maledetta,
9mentre gli empi ci circondano,
e i peggiori tra gli uomini primeggiano.
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INDICE
Salmo 1 Dio meta della vita pag.1
Salmo 2 Scegliere di servire Dio 2
Salmo 3 Invocazione nella
persecuzione 3
Salmo 4 Ti prego liberami 4
Salmo 5 Pregare Dio fin dal mattino 5
Salmo 6 Preghiera nella prova 7
Salmo 7 Preghiera del giusto
perseguitato 8
Salmo 8 Il tuo Nome è grande 10
Salmo (9-10) 9 Dio abbatte i prepotenti
e salva gli umili 12
Salmo (11) 10 Fiducia del giusto 17
Salmo 10 (Testo masoretico) 14
Salmo (12)11 Contro il mondo pieno
di menzogne 18
20
Bibliografia
Il testo dei salmi è stato tratto da
“M.Mandras, Salmi Meditazione, Mastru-Corips
Sassari, 2012 - ISBN 88-901541-1-X”
Tzappaju e Tsippor, estratto da: M.Mandras,”Salmos a Tarsis”, Mastru-Corips, Sassari, 2013
Nota: nei versetti dei Salmi 8,9; 11,1; 84,4; 102,8;
124,7 il termine ebraico rAPðci (( tsippor) è stato tradotto con sparviero seguendo l'orientamento
e la somiglianza fonica dell'antica lingua sarda
nella variante logudorese dove lo sparviero viene indicato con il termine tzappaju
Tzappàju e tsippor
A riprova dell’utilità del confronto di parole, in riferimento al sardo logudorese con il testo ebraico, ci soffermiamo come esempio a:
tzappaju (sparviero) con tsippor (rAPc): Salmi (8,9; 11,1; 84,4; 102,8; 124,7). La traduzione del testo ebraico col termine passero, uccelletto,
21
(bird), ci sembra sminuisca il contesto: un passero, dal volo poco resistente e fragile, che si rifugi nell’ardua costa del monte (11,1), o che riesca nell’impresa di trovare una casa o un rifugio, per lui molto facile, vista la sua piccolezza (84,4), o che si senta solo sopra un tetto, sua abituale dimora (102,8), o che sia il destinatario della trappola del cacciatore, considerato il suo scarso valore (124,7).
Mi sembra che il termine sardo tzappàju venga in aiuto al somigliante termine ebraico tsippor, in quanto individua con precisione lo sparviero che sembra adattarsi meglio al contesto dei salmi citati. Il volo dello sparviero, o simile rapace, connota meglio la fuga verso il monte (11,1); la ricerca di un rifugio per lo sparviero definisce meglio la fatica dell’impresa (84,4); il vagare dello sparviero sulle cime (dei monti), a lui abituali, indica meglio la difficoltà esistenziale (102,8); la fuga dello sparviero dalla trappola dà un forte senso della liberazione (124,7). Si tratta,
a nostro avviso, di un termine di antica cultura fenicia, comune in quei tempi all’area mediterranea. Forse a motivo della diaspora e della travagliata storia del popolo ebraico si era persa la precisa identificazione dello tsippor, che invece è stata conservata nel corrispondente termine tzappàju, nella cultura e nella lingua sarda-logudorese della popolazione sedentaria della Sardegna. Si noti come in entrambi i termini siamo presenti le lettere sade (j ) e pe (p ) dell’antica scrittura fenicia.
Nel salmo 8,9 letteralmente si fa riferimento allo tsippor del cielo e ai pesci del mare. Come nel
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versetto 8,8 le pecore e i buoi rappresentano tutti gli animali domestici, così lo tsippor, lo sparviero, può ben rappresentare tutti gli uccelli dei cielo.
Nel salmo 102,7 si fa riferimento allo tsippor solitario sulla sommità gG" (gag), termine che nel Vecchio Testamento compare 30 volte in riferimento alla sommità di un edificio, mentre in Ez (30,3; 37,26) si fa riferimento alla sommità dell’altare dell’incenso e in Ez 40,13 si fa riferimento alla sommità di una porta. Se lo tsippor indica lo sparviero, o simile rapace, la sommità dove si trova in solitudine è più congeniale intenderla nelle sommità o cime dei monti.
Il termine tsippor compare in diversi libri dell’Antico Testamento, oltre che nei salmi.
Nel libro dei Numeri (22,2; 22,4; 22,16), nel libro di Giosuè (24,9) e nel libro dei Giudici (11,25), Tsippor si riferisce al nome di persona, di alto rango sociale, principe o re di popolazioni confinanti, i Moabiti.
Considerata l’importanza e l’alto valore simbolico del proprio nome, soprattutto in riferimento a principi, risulta altamente improbabile che il termine tsippor possa riferirsi ad un uccello piccolo e di scarso valore come ad esempio al passero o simili.
Inoltre, considerata la stretta relazione tra il proprio nome e le caratteristiche della propria personalità e del proprio ruolo sociale che si vuole manifestare agli altri, non risulta confacente esprimere con il proprio nome una intera e
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generica classe di animali, come ad esempio uccelli.
Riteniamo pertanto che Tsippor, soprattutto in riferimento a persone che occupano elevati ruoli sociali, si riferisca ad un uccello che abbia caratteristiche di grandezza, di forza, di marcate abilità e di unicità, che rendano la persona fiera del proprio nome.
L’identificazione dello tsippor con lo sparviero, o simile nobile rapace, è congeniale al nome Tsippor di chi occupa elevate posizioni nel contesto sociale.
Nel libro del Deuteronomio (4,17) al fine di evitare la corruzione dell’idolatria viene data la norma di non rappresentare alcuna immagine né umana, né di qualche animale terrestre, né di qualche uccello (@n"K' kanaph ), dello tsippor che vola nel cielo…
In Deuteronomio 14,11 si stabilisce che si può mangiare ogni tsippor puro.
In Deuteronomio 22,6 viene data la norma di non portare via dal nido dello tsippor, in cui ci si imbatte, la madre con i piccoli.
Nel libro dei Proverbi ( 7,23) a riguardo di chi va in cerca di prostitute si afferma: “Come lo tsippor si affretta, senza sapere che un laccio è teso contro la sua vita”.
Ezechiele (17,23) afferma che Iavè dalla cima dei giovani rami di un cedro staccherà un tenero ramoscello e lo pianterà sopra un alto monte. Diventerà un magnifico cedro; sotto di lui dimorerà lo tsippor e ogni specie di uccello (kanaph) starà all’ombra dei suoi rami.
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Ezechiele (39,4) profetizza contro Gog e afferma: “Tu cadrai sui monti d’Israele… ti ho
destinato in pasto agli uccelli rapaci d’ogni specie e alle bestie selvatiche” (Così la Bibbia di Gerusalemme).
Letteralmente però si afferma:“…ti darò in pasto all’ `ayit, allo tsippor, a ogni kanaph e all’ animale (chay) dei campi”.
L’espressione uccello predatore (`ayit), senza altri termini di supporto, ricorre anche in Genesi 15,11 : Abramo scaccia gli uccelli rapaci che calano sugli animali da lui sacrificati; in Isaia (18,6 : Iavè abbandona il paese d’Etiopia agli uccelli rapaci; 46,11: Dio chiama dall’est un uccello predatore); in Geremia 12,9: l’uccello rapace si lancia sul popolo di Dio; in Giobbe 28,7: l’uccello rapace non conosce il sentiero che porta alla sapienza.
Dal momento che `ayit significa uccello rapace, l’espressione `ayit tsippor in Ezechiele 39,4 dovrebbe leggersi il predatore e lo tsippor, altrimenti il termine tsippor risulterebbe una inutile ripetizione,considerato anche che subito dopo viene riportato il termine kanaph, che significa uccello in generale. I termini in sequenza: `ayit, tsippor e kanaph si riferiscono tutti alla classe uccelli e indicano probabilmente una classificazione decrescente quanto a capacità e voracità predatoria.
Nel sardo logudorese per indicare l’avvoltoio si usa anche il termine ae, nel sardo gallurese si usa anche il termine àia, molto simili al termine ebraico `ayit, che verrebbe così identificato con l’avvoltoio.
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Nel logudorese per indicare lo sparviero si adopera anche il termine tzappàju, tradotto in gallurese con ciappàggiu, in campidanese si
ha il termine tzrapadderi e in sassarese si ha ippaderi ( si vedano le voci avvoltoio e
sparviero in Dizionario universale della lingua della Sardegna di Antoninu Rubattu – Editoriale La Nuova Sardegna, Sassari, 2006).
La lingua sarda, logudorese, nuorese, campidanese, gallurese, sassarese, distinguendo con precisione `ayit da tsippor ci consente una lettura più esauriente di Ez. 39,4.
Sembra così plausibile ritenere che almeno fino al tempo di Ezechiele lo tsippor, abile predatore, si differenziasse dal più vorace e temibile rapace `ayit, ma anche dal più comune e meno aggressivo kanaph.
L’origine del termine tsippor viene considerata sconosciuta (from an unused word).
Essendo Tsippor nome di persona presso i confinanti Moabiti (libro dei Numeri, di Giosuè e dei Giudici) è probabilmente nome di origine fenicia.
Nella tradizione induista è presente una figura mitologica, personaggio del grande poema epico Ramayana, che porta il nome di Jatayu (sanscrito: जटायु).
Jatayu ha le sembianze di un avvoltoio, termine il cui significato andrebbe precisato e inquadrato nella cultura induista e buddista.
Per liberare Sita, moglie di Rama, il generoso Jatayu ingaggia una estenuante ed impari lotta contro il demone Ravana, rapitore di Sita.
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Jatayu viene sopraffatto dal demone, che gli taglia le ali; prima di morire indica ai suoi amici inseguitori la strada per raggiungere il demone e così liberare Sita.
Jatayu muore benedetto dallo stesso Rama.
Si noti come il termine Jatayu abbia una forte assonanza con tzappaju e con ciappàggiu e qualche assonanza anche con tsippor.
Jatayu come tzappaju è un nobile uccello predatore e come tsippor è un uccello puro.
Isaia profetizza contro gli aggressori Egitto e Assiria, e annuncia la protezione di Gerusalemme da parte di Iavé, che combatterà sul monte Sion come un leone e proteggerà e libererà Gerusalemme come lo tsippor che vola sopra la sua nidiata [Isaia 31,5 : rPoci (tsippor) @W[ (oof)]. Il comportamento difensivo dello tsippor verso i suoi piccoli è paragonato all’intervento protettivo di Iavé verso il suo popolo. Lo tsippor è creatura pura e nobile, immagine della forza protettiva di Iavè.
Da questa breve analisi emerge l’importanza e l’utilità della lingua sarda, logudorese e sue varianti,
anche nell’interpretazione di testi della sacra scrittura, consentendo di cogliere il senso più pieno del messaggio di vita veicolato dalla parola di Dio.
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La lingua sarda, nonostante, da parte dei governanti e dei formatori ci sia stato un costante disinteresse, l’incapacità di valorizzarne le peculiari caratteristiche e le opportunità fono-sintattiche e lessicali, il sistematico atteggiamento svalutativo, e talora l’intervento punitivo nei confronti di chi si esprimeva in sardo,
con l’intento di desertificare la lingua sarda, ha
conservato fino ad oggi termini e contesti culturali che si rivelano di grande utilità per la comprensione di espressioni linguistiche e descrizioni comportamentali di svariate culture in senso sincronico e diacronico.
Come testimonia questa breve nota, è importante anche solo dal punto di vista dell’interesse e dell’amore alla comprensione e all’approfondimento dei testi sacri dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’intera umanità, coltivare la lingua e la cultura sarda.
La lingua sarda logudorese e tutte le sue varianti linguistiche, è opportuno che vengano ripristinate, in ambito familiare, in ambito sociale e lavorativo, soprattutto nel contesto scolastico e formativo.
Le sacre scritture, mediante una lingua e una scrittura molto antiche e di difficile comprensione, veicolano un messaggio vitale, nuovo e creativo per il cristiano e per l’uomo di ogni tempo.
Tutte le conoscenze linguistiche e culturali che possono aiutare ad una migliore comprensione dei sacri testi vanno incrementate e perseguite con impegno e tenacia.
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Il recupero intelligente di parole, di modi di dire e di forme organizzative e culturali di epoche anche remote, delle popolazioni della Sardegna, può rivelarsi altamente proficuo e ottenere insperati risultati nella comprensione delle sacre scritture.
La lingua sarda logudorese con le sue varianti è considerata a buon diritto la più antica lingua dell’Europa.
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